Una mamma chiede al figlio di andare a fare la spesa con lei: “abbiamo 50 euro e se resta qualcosa te la regalo: se invece spendiamo di più chiamiamo papà e usiamo la sua carta di credito”. Ecco il regionalismo padano approvato poche ore fa (tra gli applausi dei ministri) spiegato in maniera semplice semplice. La mamma è il Nord, il figlio è il Sud e il padre è il governo. In sintesi le regioni padane chiedono di gestire più settori in maniera autonoma facendosi affidare i soldi che spende il governo in questi giorni (più al Nord e meno al Sud).
Se, ad esempio, il governo spende 1000 euro per l’istruzione, quei 1000 euro li spenderà la regione: se spenderà di più chiederà quello che manca al governo. E se (ipotesi alquanto improbabile) spenderà di meno? E allora il trucco c’è (altro che giochi delle 3 carte!): continueranno a spendere di più senza problemi. Così il Nord ha avuto e avrà sempre più ospedali, sempre più scuole, sempre più strade ecc. ecc. e il Sud sempre meno…
Del resto parlano di Lep che dovrebbero essere assicurati a tutti gli italiani (livelli essenziali di servizi che significano ospedali, cure, scuole, asili, palestre, strade, lavoro ecc. ecc.) ma anche qui c’è il trucco: non si sa ancora quali siano e soprattutto come saranno finanziati.
Del resto se fosse tutto in buona fede avrebbero prima “pareggiato” quei diritti differenti da 160 anni e poi approvato il regionalismo (in pratica una corsa tra uno con due gambe&motorino e uno senza una gamba).
Nel 1860 ci rifilarono il pacco dell’unità d’Italia (“sarà la salvezza del Sud”) con la complicità i pochi meridionali magari tutelati nei loro interessi personali e banche saccheggiate (e industrie smantellate). Qualche anno fa ci rifilarono il pacco del federalismo fiscale magari con la complicità di pochi meridionali tutelati nei loro interessi personali e oltre 800 miliardi di euro in meno al Sud in circa 20 anni. E ora ci stanno rifilando il pacco del regionalismo.
Colpa della Lega (Nord)? Anche ma non solo, purtroppo, visto che tutta questa storia inizia con le riforme volute dalla sinistra anni fa e anche in questi giorni con molti governatori di sinistra che stanno ancora applaudendo…
Del resto qualcuno di media intelligenza potrebbe mai credere che un progetto voluto ossessivamente dalla Lega (Nord) possa essere davvero buono per il Sud? Qualcuno pensa davvero che possiamo essere così ciechi tra soldi concessi a chi è già più ricco, livelli di servizi vergognosamente diversi, sedi legali al Nord per prodotti e servizi venduti al Sud o (ad esempio per musei e siti storici) del Sud?
Roba burocratica, roba difficile da spiegare per far appassionare la gente… ma roba pericolosa che minaccia il futuro del Sud e dei nostri giovani (già ora emigranti o disoccupati e con meno diritti dei giovani del resto dell’Italia). Un motivo in più per gridare storia, radici, identità, orgoglio e senso di appartenenza nelle piazze, sui social, nei libri o nei convegni: altro che “tempo perso”, come dice qualcuno. Del resto, schiere di politici e intellettuali del Nord come del Sud senza radici e senza orgoglio stanno applaudendo ancora per l’approvazione o iniziano a dire, come fanno da 160 anni, che tutto sommato, in fondo… è sempre colpa del Sud e magari (poco fa in Rai) iniziano incredibilmente a dire, di fronte alle proteste di (pochi) meridionali (Pino Aprile tra i primi e tra i pochi da anni), che “non si può spaccare il Paese” prendendosela con chi reagisce e non con chi agisce!
Servono urgentemente classi dirigenti consapevoli, fiere, radicate e magari neoborboniche, che non applaudano questa roba in parlamento e che sappiano finalmente e veramente rappresentare e difendere la loro gente. E intanto, magari, come diciamo da quasi 30 anni, un Compra Sud vero e concreto non sarebbe male…
Gennaro De Crescenzo
Nell’immagine i protagonisti della storia di un Sud ricco e potente