Per la Treccani (sì, ancora lei!), la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici, era un “giocattolo e un abbellimento della corte borbonica”. Ci sorprende ancora una volta la superficialità della famosa enciclopedia quando parla di Napoli e del Sud. Al di là della logica illogica con un re che avrebbe speso miliardi per salutare per gioco i suoi sudditi da un trenino, nella relazione Chemins de Fer de Naples à Nocère et à Castellammare; Procès-verbal de l’assemblèe gènèrale 1851-1855, 1858 (Imprimerie de Léautey, Parigi, 1858) risulta che dall’inaugurazione al 1857 viaggiarono su questa ferrovia PIÙ DI 15 MILIONI DI PASSEGGERI con numerosissime tonnellate di merci (cfr. Journal des Chemins de Fer e i documentatissimi studi dell’ing. Lucio Militano). Altro che “giocattolo del re”!
Quella ferrovia, tra l’altro, raggiunse in seguito, Torre del Greco, Torre Annunziata, Castellammare, Nocera, Pompei, Scafati, Cava dei Tirreni e Vietri sul Mare ed erano già pronti i progetti per altre linee, progetti interrotti con l’unificazione italiana e che in diversi casi, sono rimasti incompiuti addirittura fino ad oggi, se diamo un occhio alle differenze enormi e vergognose tra linee del Sud e linee del Nord. Il tutto senza considerare i primati marittimi dei Borbone che, con lungimiranza, tendevano a privilegiare le vie del mare.
Cara Treccani… quando si parla di Napoli e del Sud dovresti informarti decisamente meglio!
Nota inviata (come al solito) alla Treccani.
Gennaro De Crescenzo