Come attesta il libro dei battezzati della parrocchia di San Nicola a Giugliano in Campania, il 15 febbraio del 1566 nacque Giambattista Basile autore, in una splendida lingua napoletana e barocca, del Cunto de li Cunti, il padre di molte favole della cultura occidentale ed in particolare di quella di Cenerentola. Come diciamo da molti anni, Basile era uomo della corte vicereale spagnola e quando immaginò la storia di Zezolla/Cenerentola, con quella fuga notturna sullo scalone e dopo il ballo nel salone illuminato a festa, il poeta napoletano/giuglianese pensava al nostro palazzo reale collocato, dopo vari e secolari lavori, dove lo vediamo oggi. Da molti anni chiediamo a politici e direttori di mettere nei pressi di quelle scale o del salone una semplice targhetta con un semplice testo: “QUI CENERENTOLA PERSE LA SUA SCARPETTA”.
E quella scarpetta di uno dei personaggi più famosi del pianeta diventerebbe storia, orgoglio, turismo ed economia. E quello che il massimo studioso di Basile, il prof. Michele Rak, definisce uno degli autori più “imitati” dell’intera storia della letteratura, diventerebbe un altro dei tanti primati napoletani come “inventore” della versione occidentale di quella favola, prima dei Perrault o dei Grimm o della stessa Disney e con buona pace di chi ignora la nostra storia o è grigio e sterile esperto di cavilli inutili con tesi tipo “lo scalone era diverso”, “il palazzo pure” ecc. ecc. come se Cenerentola fosse un personaggio storico e come se in tutto il mondo (ad esempio a Verona con Giulietta, a Recanati con Silvia o in Germania addirittura con i castelli della stessa Cenerentola) non si vivesse anche di suggestioni e magie letterarie…
E oggi né a Napoli né a Giugliano hanno ricordato i 455 anni di Basile. Quando parliamo di radici, orgoglio e senso di appartenenza, non parliamo solo di Borbone ma anche di questo e delle possibilità non solo culturali mancate dalle nostre classi dirigenti da troppo tempo.
Abbiamo inviato al direttore del Palazzo Reale di Napoli e della Biblioteca Nazionale la richiesta di INTITOLARE A GIAMBATTISTA BASILE LA BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI attualmente intitolata a quel Vittorio Emanuele III di Savoia famoso anche per aver firmato le leggi razziali del 1938.
Gennaro De Crescenzo
E quella scarpetta di uno dei personaggi più famosi del pianeta diventerebbe storia, orgoglio, turismo ed economia. E quello che il massimo studioso di Basile, il prof. Michele Rak, definisce uno degli autori più “imitati” dell’intera storia della letteratura, diventerebbe un altro dei tanti primati napoletani come “inventore” della versione occidentale di quella favola, prima dei Perrault o dei Grimm o della stessa Disney e con buona pace di chi ignora la nostra storia o è grigio e sterile esperto di cavilli inutili con tesi tipo “lo scalone era diverso”, “il palazzo pure” ecc. ecc. come se Cenerentola fosse un personaggio storico e come se in tutto il mondo (ad esempio a Verona con Giulietta, a Recanati con Silvia o in Germania addirittura con i castelli della stessa Cenerentola) non si vivesse anche di suggestioni e magie letterarie…
E oggi né a Napoli né a Giugliano hanno ricordato i 455 anni di Basile. Quando parliamo di radici, orgoglio e senso di appartenenza, non parliamo solo di Borbone ma anche di questo e delle possibilità non solo culturali mancate dalle nostre classi dirigenti da troppo tempo.
Abbiamo inviato al direttore del Palazzo Reale di Napoli e della Biblioteca Nazionale la richiesta di INTITOLARE A GIAMBATTISTA BASILE LA BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI attualmente intitolata a quel Vittorio Emanuele III di Savoia famoso anche per aver firmato le leggi razziali del 1938.
Gennaro De Crescenzo